giovedì 10 maggio 2012

L'insostenibile leggerezza delle parole



E' da un pò di tempo che, come ho scritto più volte anche in questo blog, cerco di spronare me stesso e gli altri ad un'attenzione maggiore alle parole che siamo soliti scrivere o pronunciare.
Quest'attenzione non risiede nel trovare i termini "perfetti" ma nel comprendere che essi possono condensare, seppur in modo a volte sfumato a volte netto, un universo di significati, di visioni del mondo, alle quali è tempo che noi tutti dedichiamo maggior cautela.
Oggi questa riflessione è mossa da un articolo apparso sul Corriere della sera dei professori Alberto Alesina e Andrea Ichino (fratello del più famoro Pietro) sull'accordo raggiunto tra i sindacati e il Governo sul pubblico impiego.
Non è l'analisi dei due economisti ad avermi attirato ma l'uso di una parola contenuta nell'articolo.
Nel mettere in evidenza l'eliminazione di regole certe per la "misurazione della performance lavorativa" dei singoli dipendenti e il conseguente eccesso di protezione, i due economisti scrivono:
"Proteggere questi lavoratori contro ogni ragionevole controllo della loro produttività danneggia i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti (...) Di tutto questo (regole certe sul controllo della produttività) non c'è traccia nella recente intesa sul pubblico impiego tra Governo e sindacati in cui i consumatori non sono stati rappresentati".
Credetemi, ho riletto più volte il passaggio ma c'è scritto proprio consumatori.
Da ciò deriverebbe che quando vado a chiedere un certificato in Comune, quando un bambino va a scuola, se non mi sento bene e mi reco in ospedale non devo dimenticare di essere un consumatore, un cliente e di conseguenza il maestro, il dottore, l'infermiere, il dipendente comunale sono dei produttori di servizi ed entrambi dobbiamo sottostare alle regole economiche del mercato.
Sbagliando, a detta di Alesina e Ichino, io ho sempre pensato che fossimo persone e cittadini.
Ma, a parte l'amara ironia, questa semplice parola ci mostra tutto un universo di pensiero che purtroppo, almeno per il sottoscritto, continua ad inquinare il nostro vivere insieme.
La deriva dell'ideologia economicista ha, da decenni se non secoli, invaso tutti i campi del sociale determinando una volgare riduzione della complessità sociale che sarebbe governabile con le leggi, da sempre inferme ed estremamente inique, del mercato.
Tutto diventa una merce, tutto ha prezzo, tutti noi siamo consumatori e produttori e null'altro.
Logica conseguenza di questa visione, nel campo dei rapporti tra cittadino ed Istituzioni, è che se il servizio è insufficiente o scadente io vanterei una sorta di "diritto" a ridurre o eludere la partecipazione economica alla mia comunità attraverso il pagamento delle tasse.
Un'aberrazione che periodicamente, cavalcata non solo da sempli cittadini ma da politici, imprenditori, esperti di ogni sorta, viene pronunciata candidamente senza vergogna.
Sarò forse un romantico o un ingenuo ma quando "usufruisco" di un "servizio pubblico" non mi aspetto che funzioni perchè ho "pagato" ma semplicemente perchè sarebbe giusto socialmete, eticamente, culturalmente, umanamente.
E' sarò forse ancora più ingenuo nel credere nella potenza delle parole e che il conflitto fra esse, una sorta di moderna confusione delle lingue di biblica memoria, rappresenta in modo incontrovertibile il cambiamento di paradigma del quale siamo artefici-spettatori ma del cui esito finale ancora non si ha una traccia ben precisa.

1 commento:

  1. Francesco,in questa tua, come sempre, arguta riflessione colgo uno scenario che forse non hai notato o forse hai tralasciato di proposito. Se applicassimo il concetto economico di produttori-consumatori anche alle istituzioni politiche (comuni, regioni, parlamento)i rappresentanti (consiglieri,sindaci,deputati,ministri) cosa sarebbero: ns " dipendenti" come dice Grillo e quindi noi " datori di lavoro" e a questo punto mi chiedo: chi sono i " consumatori"? o i rappresentanti sono i produttori e noi " popolo" consumatori . E a questo punto mi chiedo di quale bene?

    RispondiElimina